Arte e gusto alla terza giornata del Mercatino degli Angeli

Arte e gusto alla terza giornata del Mercatino degli Angeli

Sordevolo, Il mercatino degli Angeli, ventunesima edizione. Domenica 26 novembre. Terzo appuntamento. Sole e ancora sole a mitigare l’arrivo dei primo vero freddo quasi invernale.

All’ingresso più vicino all’anfiteatro, fa bella mostra di sé il banchetto dell’Asilo di Sordevolo, gestito con il sorriso dalle giovani mamme. Ognuna, pare in alcuni casi con l’aiuto di mariti e compagni, ha preparato qualcosa: torte, paste, dolci, oggetti natalizi e originali manufatti. Il ricavato andrà a finanziare le attività extra curricolari dei bimbi, come i corsi di musicoterapia e di psicomotricità. Vale la pena darci un’occhiata e fare un acquisto.

Pochi passi ed ecco il bar dell’Associazione Teatro Popolare di Sordevolo, gestito da quasi una ventina tra volontari e volontarie, con turni elastici e una battuta per tutti. Le donne svolgono l’ottanta per cento del lavoro, gli uomini e i ragazzi ci provano. Bibite, caffé, vin brulè, birra, bicchiere di vino rosso o bianco, dolci, piadine, panini, pizze, per lo più preparate dalla Panetteria Bocca del paese. Ideale per colazione, brunch, pranzo e merenda, da consumarsi nelle casette di legno sparse nell’area.

Tra le new entry degli espositori, ci avviciniamo al banchetto di Franco Vialardi, artista del legno, da Occhieppo Inferiore. Partito dalla vendita di legna da ardere, Franco è arrivato a creare composizioni ingegnose, spesso realizzate con materiale di scarto del magazzino: portabottiglie, portaoggetti, alberi stilizzati e un albero di Natale a chiocciola davvero unico nel suo genere.

Altre idee regalo ci arrivano alla casetta de Le papier magique, gestito da Carla, ex professoressa d’inglese che realizza quaderni d’autore, finemente rilegati, con copertine eleganti e variegate, per contenere ricette, viaggi, rubriche, citazioni. Non mancano raccoglitori con fogli usa e getta ma non banali per l’elenco della spesa o per i punti del burraco. Carta magica a combattere l’invasione digitale.

Ci trasferiamo nelle sale comunali, dove facciamo conoscenza con due pittrici, in mostra insieme a Gianni Poma e Elisa Guetta.

Paola Braghin, biellese, dipinge da pochi anni, pur coltivando da sempre l’amore per l’arte. Ci tiene a citare tra i suoi formatori il pittore Vincenzo Rizza, che l’ha avvicinata alla tecnica a olio. Paola presenta una serie di opere che si muovono tra temi e stili assai variegati, dall’imitazione dei classici, come La ragazza con l’orecchino di perla da Vermeer, al tema sociale come nel commovente ritratto di un bimbo che evoca pace e amore. Nell’omaggio a Tamara de Lempicka pare di scorgere la vena più ispirata, quella che la porterà a trovare, come ci confida con un sorriso, la sua strada più personale.

Con Cristina Scalabrino, cossatese, anche per lei una vocazione covata nel tempo ed emersa negli ultimi anni, ci troviamo di fronte una produzione più coerente sul piano tematico. Usando olio e acrilico, Cristina ci mostra scorci di vita di una donna, di cui non ci appare il volto, forse l’autrice, forse potenzialmente tutte le donne. Sono istanti di una dignitosa solitudine, tracce di un’autobiografia di una donna moderna, tra attimi, aspettative, letture, pensieri. Dichiarati gli omaggi al pittore newyorkese Victor Bauer e alla francese Cécile Desserle.

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